R4C Hospital – Progetto di Assistenza ospedaliera per bambini disabili
"R4C Hospital" è un progetto assistenziale per bambini disabili gravissimi con diverse patologie, bisognosi di alta intensità assistenziale per 24 ore al giorno
Carta dei diritti dei bambini in ospedale
La carta fa riferimento alla convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989, ratificata da tutti i governi europei;
Art.2 I bambini e gli adolescenti hanno il diritto di avere accanto a loro in ogni momento (Giorno, notte, esecuzione di esami, anestesia, risveglio, terapia intensiva) i genitori o un loro sostituto adeguato al compito e a loro gradito senza alcuna limitazione di tempo o orario.
L’aumento del numero di bambini disabili che ospita il Girotondo, ha spinto gli operatori a creare una rete nazionale di famiglie disponibili ad occuparsi e ad adottare bambini con handicap. Questo ha permesso sino ad oggi di collocare in famiglia tutti i bambini ospitati, dichiarati adottabili, con handicap, condizione che oggi il Tribunale per i Minorenni di Roma gestisce con difficoltà data la scarsissima disponibilità delle famiglie che presentano domanda di adozione. Il Girotondo garantisce la cura della salute dei minori mediante attività di prevenzione e controlli sanitari periodici fornendo interventi medico-specialistici e psico-sociali riabilitativi e infermieristici, ove occorra, ma anche e soprattutto garantendo un’adeguata assistenza ospedaliera (24 ore su 24) in caso di ricovero del bambino. Considerando l’elevato numero di bambini affetti da gravi e gravissime patologie, l’assistenza ospedaliera per tutto il periodo di ricovero è oramai divenuta un’attività fondamentale e sempre più specializzata del lavoro degli operatori della Casa Famiglia. E’ infatti fondamentale poter garantire ai bambini, che provengono già da storie traumatiche e precoci separazioni familiari, continuità delle cure anche in caso di ospedalizzazione con personale preparato e a loro familiare. Il ricovero di un bambino di qualsiasi età porta inevitabilmente all’interruzione delle sue attività quotidiane e alla possibilità di venire in contatto con eventi potenzialmente traumatici che possono avere ripercussioni a livello psicologico. Infatti la condizione di ricovero comporta un disagio di variabile entità la cui motivazione è connessa a molteplici problematiche.
Nell’ospedalizzazione, a causa dell’emarginazione dall’ambiente d’origine e della depersonalizzazione che l’istituzione sanitaria comporta, si manifesta spesso un deficit della percezione personale ed una perdita di autostima. I bambini reagiscono diversamente, a seconda delle precedenti esperienze ospedaliere, a seconda delle loro età e anche in funzione delle proprie esperienze di vita personale e del supporto che possono ricevere. Nella malattia i bisogni naturali della persona (di sicurezza, stima, accettazione e realizzazione personale) possono rimanere, almeno in parte, insoddisfatti, oltre a favorire la comparsa di ansia e depressione e a rappresentare una minaccia per l’autostima. Queste reazioni, comuni negli adulti, possono essere più accentuate nei bambini, per il fatto che essi, spesso, non comprendono fino in fondo le cause scatenanti della malattia, le possibili conseguenze e la necessità delle relative cure.
Nella comprensione ed elaborazione del dolore è centrale il ruolo dei caregivers (persone che assistono i bimbi in ospedale) che sono accanto al bambino, poiché rivestono un’importante ruolo sia nell’aiuto quotidiano (h24) al bambino sia per aiutarlo a comprendere e ad elaborare questo evento. Il ruolo contenitivo del caregiver è fondamentale per permettere al bambino l’elaborazione cognitiva ed emotiva dell’esperienza di dolore e separazione dall’ambiente di vita quotidiana.